In occasione della XXIV Olimpiade, che sta per celebrarsi a Seoul, l´ufficio della Conferenza Episcopale Italiana per la pastorale del tempo libero, turismo e sport rivolge al mondo sportivo italiano fervidi voti augurali, per un avvenimento che lo vede protagonista, in spirito di fraterna competizione e leale confronto secondo la tradizione consegnata nei principi della "Carta Olimpica".
La straordinaria manifestazione di Seoul, al di là delle caratterizzazioni agonistiche, di alto livello sportivo, invita a riflessioni che toccano profondamente l´uomo e la società contemporanea, di cui lo sport è parte integrante. I valori che in esso si esprimono favoriscono la crescita armonica della persona e il raggiungimento del bene comune della convivenza sociale.
Nel nostro Paese, impegnato in un processo di modernizzazione vasto e delicato, ricco di potenzialità e di insidie, lo sport può e deve portare un contributo di autentica umanizzazione, reagendo alle tendenze che vorrebbero ridurlo ad occasione di lucro, o peggio di sopraffazione e di violenza. Può farlo dando forza e concretezza agli ideali di festa, di vitalità ed espressività creativa, di pace e solidarietà, che gli appartengono fin dalle origini.
Le Olimpiadi sono un evento sportivo di prima grandezza: non solo per la mondialità delle presenze e rappresentanze, che onorano le diverse scuole e le diverse metodologie tecniche e scientifiche, ma per la simultaneità della sfida che l´uomo di ogni nazione pone a se stesso, alla presenza di tutti. Si realizza così una concreta partecipazione che coinvolge gli atleti insieme a tutto l´universo degli spettatori in una virtuale convergenza, in una unità di passione, di interesse, di emulazione. L´esperienza di universalità fa apprezzare l´altro, mentre viene proiettato, in innumerevoli luoghi, il suo volto, la sua patria, il segno della sua cultura, il messaggio della sua civiltà e della sua religione. Lo sport esalta l´individuo ma lo riferisce al suo popolo.
Le Olimpiadi sono un evento ricco di significati. La proposta ideale dei giochi olimpici viene da lontano e si interseca con la storia vivendone le intrinseche contraddizioni, a volte laceranti. Tuttavia la forza del messaggio e la prassi da esso sviluppatasi inverano una somma di valori che sarebbe ingiusto misconoscere. Certo non basta un´olimpiade per la costruzione della pace, della fraternità universale, dell´amicizia tra i popoli. Ma attraverso un´olimpiade un gradino è posto, un seme è gettato, una speranza è donata.
Giustamente ammireremo gli atleti che vincono, salendo il fatidico podio, ma non dimenticheremo non solo chi rimane nel prato portando il peso della sconfitta, ma anche il cumulo di fatica e di sacrificio che sta dietro alle prestazioni degli uni e degli altri.
È questa una visione autentica e completa dello sport, che è arte di padronanza di sé, di impiego accurato e intelligente delle proprie energie fisiche. morali e psichiche.
Le Olimpiadi sono un evento di spiritualità: la dimensione interiore della persona non viene sottratta o emarginata dal gioco, anzi concorre in maniera determinante a favorire la perfezione e il senso del gesto atletico e dell´impresa sportiva.
Lo sport è una delle manifestazioni della dignità e verità dell’uomo e proprio così lo conduce a prendere coscienza dei suoi limiti, aprendolo al rapporto con Dio, principio della vita e di ogni umana energia. Lo sport permette la comunicazione diretta con l´avversario, riconoscendone la capacità, la parità, l´identica finalità. Così lo sport assurge a simbolo di umanità, di civiltà, di spiritualità e contribuisce a maturare una personalità armonica, solidale, libera e responsabile.
Alla luce di tali prospettive, questo Ufficio si appresta a vivere i giochi di Seoul e ad offrire il proprio servizio religioso e una testimonianza di cordiale amicizia a tutti i partecipanti.
Roma, 12 settembre 1988