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L'Anno della Famiglia: uno slancio che deve durare


Può sembrare superflua la seguente "Dichiarazione" emanata alla fine della celebrazione dell’“Anno della famiglia”. Ma i Vescovi rappresentanti delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea (COMECE) hanno voluto sottolineare l´importanza del cammino percorso durante l´anno 1994, e sollecitare uno slancio e un´impegno continuati sia a livello pastorale che a livello politico per sostenere la famiglia.
 
DICHIARAZIONE DELLA COMMISSIONE DEGLI EPISCOPATI DELLA COMUNITÀ EUROPEA (COMECE)
 
I Paesi dell´unione europea si aspettano molto dalle famiglie come si è potuto notare nel corso delle numerose manifestazioni organizzate durante l´“Anno della Famiglia". In tutti questi Paesi molti uomini e donne trascorrono la loro vita di famiglia – spesso in circostanze assai difficili - con spirito di amore, grande impegno e dedizione.
Le nostre società richiedono un tale impegno, hanno bisogno delle famiglie. "Siamo convinti - dice il Papa Giovanni Paolo II - che la società non potrebbe sussistere senza la famiglia, per la semplice ragione che in essa trova la sua origine e la sua forza”. (Discorso pronunciato durante l´incontro mondiale con le famiglie, Roma, 8 ottobre 1994). Secondo il concetto cristiano, la natura e lo scopo della famiglia consistono in una vita in comune dei genitori e dei figli, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, e sostenuta dall´amore, la fiducia, la responsabilità e il rispetto mutuo. La famiglia appare dunque come la prima scuola di valori della vita in società, senza i quali nessuna struttura sociale può perdurare.
La società si disgrega quando non usufruisce del contributo di ognuno al bene comune. Inoltre, la famiglia è indispensabile come cellula germinale della solidarietà. Nessuna società degna dell´uomo può esistere senza la famiglia. Ogni ferita inflitta alla famiglia si ripercuote sulla società.
Le Conferenze Episcopali degli Stati Membri dell’Unione Europea hanno svolto un ruolo attivo nella celebrazione dell´"Anno della Famiglia". Il grande pericolo al quale viene esposta l´istituzione famiglia è stato evidenziato con questo avvenimento. Condividiamo l´interessamento di molti affinché la famiglia possa sempre usufruire della solidarietà di cui ha bisogno.
La famiglia infatti ha bisogno di solidarietà e di appoggio. Al giorno d´oggi, con i mutamenti economici e sociali e in un contesto culturale segnato dall´individualismo e dalla sete di guadagno, la famiglia è diventata molto fragile. Le famiglie socialmente emarginate sono particolarmente esposte a questo fenomeno di disgregazione.
Constatiamo che troppo spesso la vita familiare viene considerata come una realtà priva di qualsiasi influenza sugli altri settori della vita sociale. Per quel che riguarda i diritti e i doveri, gli uomini sono troppo spesso trattati come individui. I compiti svolti nell´ambito della famiglia vengono considerati come appartenenti alla sfera del privato. L´importanza della famiglia viene così messa in secondo piano sia per quello che riguarda la coesione del tessuto sociale, che per quello che è più strettamente attinente al campo economico, bisognoso di giovani con una autentica esperienza di vita.
Dobbiamo riconoscere che una società, nella quale il profitto primeggia, corre il rischio di diventare gravosa per la struttura stessa della famiglia. Il fatto, per esempio, che una regolamentazione favorisca le persone senza figli fa riflettere.
Ci auguriamo che lo slancio dato dall´"Anno della Famiglia" sarà mantenuto in tutti i Paesi dell´unione Europea. Questa istituzione non dispone di molti competenze in materia di politica familiare, ed è proprio per questo motivo che insistiamo affinché non ignori le iniziative e i contributi che è in grado di portare:
- creazione di posti di lavoro che tengono conto delle famiglie e che permettano soprattutto alle donne di conciliare il lavoro professionale e i compiti familiari;
- protezione delle madri;
- sistemi di previdenza sociale per l´educazione e la cura dei malati e degli handicappati;
- politica di sostegno alle persone anziane;
- offerta di alloggi decenti soprattutto a famiglie giovani con figli;
- prevenzione dell´emarginazione sociale che porta spesso al disgregamento delle famiglie.
Ci rallegriamo dell´incontro informale avvenuto il 15 settembre 1994 tra i ministri competenti in materia e ci auguriamo che porterà frutti duraturi. Inoltre ci rallegriamo che la Commissione Europea stia preparando un rapporto demografico dal quale potranno emergere delle conseguenze che favoriscono la politica familiare.
Le Conferenze Episcopali della Comunità Europea vogliono contribuire allo sviluppo della solidarietà e della giustizia nelle nostre società. Faranno tutto il possibile per proteggere l´istituzione del matrimonio e della famiglia. Si tratta di una doverosa esigenza sul cammino verso la civiltà dell´amore indicato da Gesù Cristo.
 
Bruxelles, 10 dicembre 1994
 
I Vescovi della Commissione degli Episcopati
della Comunità Europea (COMECE):
 
JOSEF HOMEYER, vescovo d ´Hildesheim/Germania, Presidente
FERNAND FRANCK, arcivescovo di Lussemburgo, Vice-Presidente
ELIAS YANES ALVAREZ, arcivescovo di Saragoza/Spagna, Vice-Presidente
DANTE BERNINI, vescovo di Albano (Italia)
MAURICE COUVE di MURVILLE, arcivescovo di Birmingham (Inghilterra/Galles)
LUCIEN DALOZ, arcivescovo di Besançon (Francia)
LUK DE HOVRE, vescovo ausiliare di Bruxelles (Belgio)
JOHANNES ANTONIUS di KOK, vescovo ausiliare di Utrecht (Paesi-Bassi)
JOSEPH DUFFY, vescovo di Clogher (Irlanda)
HANSL UDVIG MARTENSEN, vescovo di Copenhagen (Danimarca)
CHRISTOPH SCHÖNBORN, vescovo ausiliare di Vienna (Austria)
JANUARIO TORGAL FERREIRA, vescovo ausiliare di Lisbona (Portogallo)
ANTONIO VARTHALITIS, arcivescovo di Corfù (Grecia)
THOMAS J. CARDINAL WINNING, cardinale-arcivescovo di Glasgow (Scozia)