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Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente in occasione della XIX Giornata per la vita - 2 febbraio 1997


Il seguente messaggio è stato presentato ed illustrato da S.E. Mons. Giuseppe Anfossi, Presidente della Commissione Episcopale per la famiglia, nella sessione del Consiglio Episcopale Permanente del 23-26 settembre 1996.
I Vescovi del Consiglio hanno offerto il lorocontributo con osservazioni e suggerimenti, demandando alla Commissione Episcopale una nuova stesura del testo secondo le indicazioni emerse.
Il messaggio, a firma del Consiglio Episcopale Permanente, è stato illustrato dal Segretario Generale, Mons. Ennio Antonelli, nella Conferenza stampa, tenutasi a Collevalenza il 13 novembre 1996 durante i lavori della 42ª Assemblea Generale “Straordinaria".
Ora viene pubblicato in questo numero del Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana, affinché nelle singole diocesi si provveda per tempo a preparare la Giornata per la Vita, utilizzando anche il sussidio inviato a tutti i Vescovi e i Sacerdoti d´Italia.
 
IO SONO LA VITA
 
1. - Gioia, meraviglia e stupore sono i sentimenti più forti che accompagnano la nascita di un bambino. Sono il segnale della bellezza e del valore della vita. Esperienza umana e rivelazione cristiana concordano nel definire I´evento del parto come un "venire alla luce" (Cf. Gv 16,21). Gli uomini e le donne del nostro tempo sono molto sensibili alla "qualità" della vita. È forte, soprattutto nei genitori, la preoccupazione per il futuro dei figli. Spesso si domandano con angoscia: "Che ne sarà mai di questo bambino? Potrà avere, con la vita, le condizioni per viverla bene, saprà amare, sarà amato? Chi può garantire, della vita, la qualità desiderata dai genitori per i propri figli?" Questi interrogativi trovano valida risposta d´interno di una società più giusta e solidale, capace di garantire per tutti il diritto alla vita e il rispetto della sua dignità. Ma dallo smarrimento e dall´incertezza in definitiva può liberarci solo il Vangelo: esso solo indica la strada per una vita piena, fatta di amore da ricevere e da offrire. L´incontro con Cristo che è venuto in mezzo a noi perché gli uomini "abbiano la vita e l´abbiano in abbondanza" (Gv 10,1O) offre a tutti coloro che lo cercano con cuore sincero la risposta a tutti gli interrogativi più radicali sul senso e sul valore della vita. Dal Vangelo vengono inoltre l´insegnamento e la forza per guidare quell´indispensabile cambiamento di mentalità necessario per trasformare la cultura di morte in cultura per la vita. In questi ultimi anni si è fatta più forte e più evidente la piaga dell’egoismo che chiude il cuore di molte persone nei confronti del valore di ogni vita e della necessità di garantire ad ogni essere umano il diritto ad avere una vita dignitosa e di qualità. Le frequenti violenze sui bambini, il rifiuto delittuoso di neonati non graditi, le varie forme di noncuranza nei confronti di portatori di handicap, anziani o malati, sono tutti segni di una cultura di morte, soprattutto nello spirito, che condizionano lo stile di vita ed i comportamenti di tante persone. A questa cultura di morte tutti, credenti o non, siamo invitati a rispondere costruendo, sia pure con piccoli segni del nostro vivere quotidiano, la civiltà dell´amore.
2. - La bellezza della vita umana risplende nell´esperienza dell´amore. Se è vero che tutti gli uomini devono sentire la solidarietà e l´amore reciproco come base per una migliore convivenza sociale, i credenti sanno che amare l´uomo, soprattutto il più piccolo e il più povero, significa incontrare il Signore, amare Lui, e scoprire che la vita con Lui acquista tutto il suo valore. Servendo i fratelli amiamo Dio, come ha detto Gesù: "Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me" (Mt 25,40). Negare il diritto di nascere o dare la morte per sfuggire alla sofferenza o a gravi responsabilità, come pure il disimpegno di fronte a tutte le fatiche del vivere dei fratelli più bisognosi, gli ammalati, i disabili, gli emarginati, è un non-amore. È peccato agli occhi di Dio e profonda ingiustizia nei confronti dell´umanità.
3. - La farne e la sete di amore e il bisogno essenziale di dare un senso e uno scopo alla vita reclamano risposte concrete. Ma l´amore e il senso della vita non sono beni che si comperano col denaro. In questo, i ricchi e i poveri sono uguali. Noi crediamo che tutti gli uomini, credenti e non credenti, o in ricerca, troveranno piena risposta all´esigenza per se stessi e per tutti di una vita sostenuta e circondata dall´amore quando conosceranno l´amore di Dio rivelato e donato in Gesù, il quale è venuto sulla terra per condividere la nostra storia e donarsi tutto per la nostra salvezza.
La Chiesa italiana ascoltando Colui che ha detto e continua a dire anche oggi: "Io sono la vita" (Cfr. Gv 14,6) sente di dover professare davanti a tutti la sua fede in Gesù unico Signore, ad annunciarlo e testimoniarlo ogni giorno. Lo farà con coerenza se i suoi membri, popolo della vita (EV 78-79), nel loro vivere quotidiano si prenderanno cura della propria esistenza e di quella dei fratelli. Invitiamo tutti a celebrare questa "Giornata per la vita" come una tappa significativa del cammino che ci condurrà al Congresso Eucaristico Nazionale che si terrà a Bologna dal 20 al 28 settembre 1997 sul tema "Gesù Cristo, unico salvatore del mondo ieri, oggi e sempre". Desideriamo camminare insieme verso questo appuntamento per incontrare e servire il Signore della vita, così che si rafforzi la speranza soprattutto in chi è chiamato a vivere la propria esistenza negli anni futuri.
 
Roma, 13 novembre 1996

CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE