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Nuovo Statuto della Fondazione Migrantes (B.Schettino)
Le ragioni del cambiamento

Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 2/12


Premesse
A venticinque anni dalla costituzione e dall’approvazione dello statuto, avvenuta il 16 ottobre 1987, giunge finalmente in porto il processo di riorganizzazione strutturale e di revisione statutaria della Fondazione Migrantes, l’organismo pastorale collegato alla CEI, dotato di autonoma personalità giuridica canonica e civile, finalizzato alla cura della pastorale delle migrazioni e della mobilità.
Si tratta di un processo avviato sin dal 2007, che ha coinvolto a più riprese la Commissione Episcopale per le Migrazioni, il Consiglio di amministrazione della Fondazione, i direttori dei suoi uffici, i delegati nazionali e i direttori regionali Migrantes, e che si è concluso con l’approvazione dell’ultima versione della bozza da parte del Consiglio di Amministrazione della Fondazione, nella seduta del 18 ottobre 2011, e da parte della Commissione episcopale per le migrazioni, nella seduta del 12 dicembre 2011. Il lavoro di revisione è stato realizzato con il beneplacito della Presidenza della CEI e in stretto contatto con i competenti uffici della Segreteria Generale.
Le ragioni della revisione
Molteplici e diverse sono le ragioni che hanno indotto a rivedere lo Statuto della Migrantes.
1. Anzitutto, la necessità di recepire le nuove indicazioni normative della Santa Sede e della CEI sul piano amministrativo e della pastorale della mobilità. Mi riferisco in particolare al motu proprio di Giovanni Paolo II Stella maris, sull’apostolato del mare (31 gennaio 1997), all’istruzione del Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti Erga migrantes caritas Christi (3 maggio 2004), al documento della Commissione Episcopale per le migrazioni Ero forestiero e mi avete accolto. Orientamenti pastorali per l’immigrazione (4 ottobre 1993), alla lettera del Consiglio Episcopale Permanente Tutte le genti verranno a te. Lettera alle comunità cristiane su migrazioni e pastorale d’insieme (21 novembre 2004), all’Istruzione in materia amministrativa, promulgata dalla CEI il 1° settembre 2005.
2. In secondo luogo,ilcambiamento del mondo delle migrazioni e della mobilità avvenuto negli ultimi venticinque anni. L’Italia, da Paese di emigrazione (4 milioni di cittadini italiani all’estero), è diventato anche un Paese di forte immigrazione (dai 268.000 immigrati del 1987 ai cinque milioni di immigrati attuali). È cresciuto il numero di cattolici (quasi un milione) appartenenti ad altri riti; sono sorte almeno settecento comunità cattoliche etniche e sono giunti 2300 sacerdoti stranieri. La pastorale della gente del mare si è radicalmente rinnovata, con l’aumento dei cappellani di bordo sulle navi di crociera, dei cappellani e delle associazioni Stella maris in trenta dei sessantuno porti italiani. La pastorale della gente dello spettacolo viaggiante ha tentato di coinvolgere direttamente le Chiese locali e le parrocchie.
Si è sviluppata un’attenzione particolare alle comunità rom e sinte in Italia e al problema dei campi rom. È diventata strategica l’azione pastorale negli aeroporti, con centoquaranta milioni di passaggi annui soprattutto per turismo e lavoro.
È riemerso il tema dei rifugiati e richiedenti asilo (oltre 50.000), che non più vedono l’Italia come luogo di passaggio, ma di permanenza; è cresciuto il fenomeno degli apolidi. È del tutto evidente che anche la Fondazione Migrantes, organismo pastorale della CEI, abbia ritenuto importante avviare un percorso di aggiornamento per rispondere in maniera adeguata a esigenze tanto pressanti e articolate.
3. In terzo luogo, la convenienza di adeguare la struttura della Migrantes a quella degli altri analoghi organismi pastorali collegati con la CEI: Caritas Italiana, che ha rivisto il proprio statuto nel 1991, e Missio, costituita ex novo nel 2005.
4. In quarto luogo, l’attenzione, sollecitata dal Consiglio Permanente nel documento Tutte le genti verranno a te. Lettera alle comunità cristiane su migrazioni e pastorale d’insieme (2004), a collocare la pastorale migratoria dentro l’orizzonte della nuova evangelizzazione e la necessità di coordinare meglio l’attività della Migrantes con quella degli uffici e servizi della Segreteria Generale della CEI, evitando sovrapposizioni o iniziative autoreferenziali.
5. Infine, la necessità di rafforzare l’azione di servizio alle Chiese particolari in ordine all’informazione, alla ricerca, alla formazione e alla progettazione e al coordinamento sui temi della mobilità e delle migrazioni. La nuova organizzazione della Fondazione per aree, oltre a permettere un lavoro unitario sui temi della mobilità e delle migrazioni, consentirà anche di valorizzare meglio le risorse del personale e il ruolo dei sacerdoti che ne fanno parte, con un significativo risparmio di forze.
Le modifiche statutarie
Il nuovo Statuto riorganizza in maniera unitaria l’attività della Migrantes, sostituendo ai cinque uffici ora esistenti (emigrati all’estero; immigrati e profughi; Rom e Sinti; fieranti e circensi; pastorale della navigazione marittima e aerea), ciascuno con un proprio direttore,quattro aree (comunicazione, documentazione, formazione, coordinamento e progettazione), attorno alle quali articolare tutta l’attività con i diversi mondi della mobilità e delle migrazioni. Emerge in maniera netta la distinzione fra il livello decisionale, che compete al Consiglio di amministrazione, e il livello esecutivo, affidato al Direttore generale, eventualmente coadiuvato da un Vice Direttore. Viene istituita la Consulta nazionale per le migrazioni, come strumento di coordinamento, consultazione e rappresentanza, allargato ai diversi mondi della mobilità umana (immigrati, rifugiati, emigranti, gente dello spettacolo viaggiante, minoranze rom e sinti). S’intende, così, favorire - come indicato dall’istruzione Erga migrantes caritas Christi - una pastorale migratoria d’insieme e unificare anche i riferimenti pastorali per le Chiese locali.
Soffermiamoci ora sulle principali modifiche puntuali contenute nel nuovo Statuto, il cui testo vi viene riportato così da permettere il raffronto sinottico con quello vigente.
* Art. 1. Si precisa il servizio alle Chiese particolari, sottolineando che la Migrantes è nata per “accompagnare e sostenere le Chiese particolari nella conoscenza e nella cura pastorale dei migranti”; inoltre si precisa l’attenzione non solo ai diritti della persona, ma anche “della famiglia” e la necessaria “promozione della cittadinanza responsabile dei migranti”.
* Art. 2. Viene indicata la sede legale, sita ora in Roma, via Aurelia n. 796.
* Art. 3 (Ambiti). Si intendono come “migranti” “persone, famiglie e comunità”, guardando così non solo al singolo, ma anche alle famiglie e alle comunità da loro costituite. Vengono specificate le categorie a cui si rivolge Migrantes: gli immigrati stranieri, i migranti interni italiani, i rifugiati, i profughi, gli apolidi e i richiedenti asilo, gli emigrati italiani, la gente dello spettacolo viaggiante, i Rom, Sinti e nomadi.
* Art. 4 (Compiti). Al n. 1, con riferimento alla cura della vita religiosa dei migranti, vengono sottolineate le tre dimensioni della vita della comunità (catechesi, liturgia e carità), oltre che il rispetto delle tradizioni liturgiche e religiose proprie (in particolare quella orientale). Al n. 2 , parlando degli operatori pastorali, si è utilizzato il termine “chierici”, per comprendere anche i diaconi permanenti, allargando il servizio non solo ai migranti, ma anche alla mobilità umana.
* Art. 5 (Articolazione interna). Viene delineata la nuova struttura della Fondazione, articolata in quattro aree: informazione e stampa, ricerca e documentazione, formazione, coordinamento e progettazione pastorale. Ne viene poi ribadita l’articolazione su base regionale e diocesana.
* Art. 6 (Patrimonio). La dotazione patrimoniale è aggiornata in euro e si richiama la colletta annuale, legata alla Giornata, che è diventata mondiale dal 2005.
* Artt. 7-9 (Organi della Fondazione e Consiglio di amministrazione). Ai due tradizionali organi amministrativi (il Consiglio di amministrazione e il Collegio dei revisori dei conti) si aggiunge, quale organo di rappresentanza, la Consulta nazionale. All’interno del Consiglio di amministrazione il Direttore generale perde il diritto di voto e il Tesoriere partecipa come invitato: si vuole evitare la coincidenza tra controllato e controllore. I sette membri del Consiglio di amministrazione vedono rappresentati non solo il mondo dell’emigrazione, ma le Migrantes regionali, i delegati nazionali delle missioni italiane all’estero e i Coordinatori delle comunità cattoliche straniere in Italia. All’art. 9 si precisa che la nomina degli eventuali responsabili di aree e uffici spetta al Consiglio di amministrazione, su proposta del Direttore generale.
* Art. 11. (Direttore generale). L’incarico è quinquennale e rinnovabile una sola volta (come previsto per Caritas italiana e Missio).
* Art. 12 (Vice Direttore). Viene introdotta questa nuova figura, snellendo drasticamente l’attuale apparato, che prevede distinti direttori per ciascuno dei cinque uffici.
* Art. 13 (Tesoriere). Viene nominato dal Consiglio di amministrazione della Fondazione, con il consenso della Commissione episcopale per le migrazioni, e non è più membro di diritto del Consiglio di amministrazione.
* Art. 14 (Atti di amministrazione straordinaria). La nuova formulazione, analoga a quella adottata nel 2005 per la Fondazione Missio, è puntuale e indica nel dettaglio i casi in cui Migrantes necessita della licenza della Presidenza della CEI per l’alienazione di beni, per porre determinati negozi e per gli atti di straordinaria amministrazione.
* Art. 15 (Collegio dei revisori dei conti). Se ne attribuisce la nomina al Consiglio Permanente della CEI.
* Art. 16 (Consulta nazionale per le migrazioni). Presenta la composizione della Consulta, rappresentativa delle delegazioni regionali e dei diversi mondi della mobilità (emigranti, gente dello spettacolo viaggiante, rom e sinti, rifugiati), oltre che dell’USMI, della CISM e della CIIS. Si precisa la cadenza delle riunioni (almeno due volte l’anno) e i compiti istituzionali: esprimere un parere sul programma annuale, sul bilancio preventivo e su quello consuntivo; approfondire le tematiche migratorie.
* Art. 18. Si precisa che l’estinzione della Fondazione è deliberata dal Consiglio di amministrazione con la maggioranza dei due terzi dei componenti.
 
Roma, 9 febbraio 2012