» Chiesa Cattolica Italiana » Documenti »  Documentazione
L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa


Ufficio Catechistico Nazionale - Pontifica Commissione Biblica


DISCORSO DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II
SU L’INTERPRETAZIONE DELLA BIBBIA NELLA CHIESA 

Signori Cardinali,
Signori Capi delle Missioni Diplomatiche,
Signori Membri della Pontificia Commissione Biblica,
Signori Professori del Pontificio Istituto Biblico, 

1. Ringrazio di tutto cuore il Cardinale Ratzinger dei sentimenti che ha appena espresso presentandomi il documento elaborato dalla Pontificia Commissione Biblica sull’interpretazione della Bibbia nella Chiesa. Con gioia accolgo questo documento, frutto di un lavoro collegiale intrapreso per vostra iniziativa, Signor Cardinale, e portato avanti con perseveranza per diversi anni. Esso risponde a una preoccupazione che mi sta a cuore, poiché l’interpretazione della Sacra Scrittura è di una importanza capitale per la fede cristiana e per la vita della Chiesa. «Nei libri sacri, infatti – come ci ha così ben ricordato il Concilio –, il Padre che è nei cieli viene con molta amorevolezza incontro ai suoi figli ed entra in conversazione con loro; nella parola di Dio poi è insita tanta efficacia e potenza, da essere sostegno e vigore della Chiesa, e per i figli della Chiesa saldezza della fede, cibo dell’anima, sorgente pura e perenne della vita spirituale» (Dei Verbum, n. 21). Il modo di interpretare i testi biblici per gli uomini e le donne di oggi ha delle conseguenze dirette sul loro rapporto personale e comunitario con Dio, ed è anche strettamente legato alla missione della Chiesa. Si tratta di un problema vitale che meritava tutta la vostra attenzione.
2. Il vostro lavoro si conclude in un momento molto opportuno, perché mi offre l’occasione di celebrare con voi due anniversari ricchi di significato: il centenario dell’Enciclica Providentissimus Deus, e il cinquantenario dell’Enciclica Divino afflante Spiritu, entrambe consacrate alle questioni bibliche. Il 18 novembre 1893 Papa Leone XIII, molto attento ai problemi intellettuali, pubblicava la sua enciclica sugli studi della Sacra Scrittura, al fine, scriveva, «di stimolarli e raccomandarli» e anche di «orientarli in una maniera che corrisponda meglio ai bisogni dei tempi» (Enchiridion Biblicum, n. 82). Cinquant’anni dopo, Papa Pio XII offriva agli esegeti cattolici, nella sua enciclica Divino afflante Spiritu, nuovi incoraggiamenti e nuove direttive. Nel frattempo, il Magistero pontificio aveva manifestato la propria attenzione costante ai problemi scritturistici attraverso numerosi interventi. Nel 1902, Leone XIII creava la Commissione Biblica; nel 1909, Pio X fondava l’Istituto Biblico. Nel 1920, Benedetto XV celebrava il 1500° anniversario della morte di San Girolamo con un’enciclica sull’interpretazione della Bibbia. Il vivo impulso dato così agli studi biblici ha trovato piena conferma nel Concilio Vaticano II cosicché tutta la Chiesa ne ha tratto beneficio. La Costituzione Dogmatica Dei Verbum illumina l’opera degli esegeti cattolici e invita i Pastori e i fedeli a alimentarsi più assiduamente della parola di Dio contenuta nelle Scritture.
Desidero oggi mettere in risalto alcuni aspetti dell’insegnamento di queste due encicliche e la validità permanente del loro orientamento attraverso circostanze mutevoli al fine di poter meglio beneficiare del loro contributo.
...