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Per la Migrantes, sono diventati "il capro espiatorio di insicurezze e paure

Fondazione Migrantes

291) PER LA MIGRANTES, SONO DIVENTATI “IL CAPRO ESPIATORIO DI INSICUREZZE E PAURE”


 


roma (Migranti-press) – “Un episodio dai contorni ancora incerti” e che ha scatenato una serie di reazioni “violente non solo a Napoli nei confronti di tutti i Rom e Sinti”. Così don Federico Schiavon, neo Direttore dell’Ufficio per la pastorale dei Rom e  Sinti della Fondazione Migrantes, commenta la notizia del presunto tentato rapimento di un bambino da parte di una donna nomade di 16 anni. Una notizia che ha causato una serie di attacchi - come il lancio di bottiglie incendiarie, baracche bruciate, lancio di sassi - al campo di Ponticelli dove vive la ragazza, autrice del presunto tentativo di rapimento e che ha portato persone innocenti, bambini e anziani, ad allontanarsi dal campo perché “si sono sentiti minacciati e costretti a scappare”. Quante volte di fronte a sparizioni di bambini - aggiunge don Schiavon - sono stati accusati i nomadi e poi, dopo che le indagini hanno smentito che siano stati loro, nessuno ha mai parlato. Per il bene degli stessi Rom le indagini devono essere assolutamente rigorose e tempestive nell’individuare i responsabili. Nei prossimi mesi sarà pubblicata una ricerca dell’Università di Verona, voluta e sostenuta dalla Migrantes, che, partendo dal pregiudizio che i Rom portano via i bambini, ha voluto analizzare scientificamente tutti i casi di denuncia nei confronti di Rom come presunti responsabili di sparizioni di bambino.


Negli atti processuali esaminati non c’è un caso - spiega don Schiavon - in cui si sia accertato il reato ed emessa una condanna. Non c’ un caso dimostrato in Italia, a detta anche delle Questure, che dietro il rapimento di bambini ci siano Rom e Sinti, afferma don Schiavon, eppure la situazione di questi ultimi mesi di attacco ai Rom ha portato a un clima avvelenato nei loro confronti facendoli diventare il capro espiatorio di insicurezze e paure. Ora sono le comunità nomadi a sentirsi minacciate e insicure. In questo clima - secondo il sacerdote - entrano i fatti di Ponticelli senza tener conto dei tanti episodi di violenza con vittime i Rom dei quali nessuno ha mai detto nulla. Per il sacerdote, nessuno mai si permetterebbe di far pagare a una nazione intera la colpa di un singolo, e quando una persona delinque non viene cacciata via tutta la famiglia.


I Rom non sono un popolo con leggi a parte, ma sono cittadini italiani, europei. Le parole di razzismo e le campagne etniche -secondo don Schiavon - hanno la capacità di fomentare la violenza di gruppi che sono esasperati per altri motivi. La Chiesa “amante della vita e di ogni persona non teme di dire parole forti quando minoranze, gruppi, persone deboli non sono rispettate nei loro diritti fondamentali”, aggiunge il responsabile della pastorale dei Rom e Sinti della Migrantes. (SIR)