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La Prima Parola: "Ascolta, Israele! La prima delle Dieci Parole: Io sono il Signore, tuo Dio"
Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra Cattolici ed Ebrei
17 gennaio 2006


Ufficio Nazionale per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso

 

Presentazione
L’iniziativa di una Giornata dedicata in modo speciale alla preghiera per il popolo ebraico e al dialogo con i figli d’Israele è maturata nella chiesa – non solo in Italia ma anche in altri Paesi – durante gli ultimi anni Ottanta. Tra i motivi centrali che hanno ispirato questa scelta si trovano certamente, accanto al fondamentale documento conciliare Nostra aetate promulgato nel 1965 da papa Paolo VI, i frequenti appelli e i solenni gesti di riconciliazione di papa Giovanni Paolo II, che nel 1986 incontrò la comunità ebraica romana nella storica visita al Tempio Maggiore. Anche i diversi gruppi di amicizia ebraico–cristiana che da vari decenni svolgono la loro attività in molti centri della penisola hanno offerto un terreno fecondo nel quale si è immediatamente inserita la proposta della Conferenza episcopale italiana. Un ruolo promotore della Giornata è stato svolto dalle Commissioni e dai responsabili che, ai vari livelli, nelle Diocesi e nella Comunità cristiane si sono assunti con alacrità e dinamismo il compito di approntare sussidi e favorire incontri tra le due comunità di fede, non di rado coinvolgendo anche cristiani di altre chiese e comunità ecclesiali.
Su questa base, lungo quindici anni, sono continuati e si sono approfonditi vincoli di solidarietà spirituale con i «Fratelli prediletti», in un clima di preghiera e di reciproco rispetto. Fondamentale è risultato, a questo scopo, il fatto che nella scelta stessa delle tematiche da proporre ogni anno venisse applicata una metodologia di confronto, dialogo e collaborazione, che ha comportato sempre l’ascolto attento della testimonianza ebraica quale momento essenziale per costruire insieme un itinerario da percorrere nella
concordia.
Le giornate annuali – che in Italia si tengono il 17 gennaio – sono così divenute manifestazioni significative di quel vincolo radicale che, in una prospettiva ecumenica, accomuna cristiani di ogni confessione con il popolo «Primogenito dell’Alleanza» promessa ad Abramo e alla sua discendenza.
L’intrinseca implicazione ecumenica si trova felicemente espressa fin dall’inizio con la scelta della data, che precede immediatamente la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. In realtà si è costatato che una sola giornata non può bastare per soddisfare le molteplici esigenze del crescente movimento di avvicinamento fra ebrei e cristiani. Ciò ha fatto sì che molte iniziative si collocassero in settimane precedenti o antecedenti tale data.
Oltre a questo, da alcuni anni si è aggiunta, in ambito civile, la celebrazione della «Giornata della memoria» della Shoà, egualmente fissata alla fine di gennaio, il che ha prodotto un ulteriore arricchimento nelle tematiche e negli incontri, a reciproco vantaggio di entrambe le Giornate, anche se hanno connotazioni ben distinte.
Seguendo e sviluppando l’esortazione di papa Benedetto XVI durante la sua visita nella Sinagoga di Colonia del 19 agosto 2005, la Giornata potrà ora sia ampliare la scelta delle tematiche, muovendo verso dimensioni sempre più universali, sia fornire modelli esemplari che ispirino analoghe iniziative di carattere spirituale, rivolte verso altre religioni, ma con una ricaduta senz’altro positiva anche per la civile convivenza.