» Chiesa Cattolica Italiana » Documenti »  Documentazione
Prolusione del Card. Camillo Ruini alla 51.a Assemblea Generale - 19/23 maggio 2003


Venerati e cari Confratelli, ci ritroviamo per questa nostra 51ª Assemblea Generale, a sei mesi di distanza da quella del novembre scorso a Collevalenza, per rafforzare i vincoli della nostra comunione, per sostenerci reciprocamente nell’esercizio del ministero pastorale e per riflettere e deliberare insieme sulle tematiche, alcune delle quali di grande rilievo, contenute nel nostro ordine del giorno. Chiediamo al Padre ricco di misericordia, attraverso il Figlio che si è dato per noi, il dono dello Spirito che illumini le nostre menti e consolidi i nostri propositi di bene, al servizio delle nostre Chiese e di tutto il popolo italiano.
1. Il nostro pensiero, colmo di affetto, gratitudine e ammirazione, va anzitutto al Santo Padre, che ha festeggiato ieri il suo ottantatreesimo genetliaco, in questo venticinquesimo anno del suo Pontificato, e che ha ricevuto due giorni fa la laurea honoris causa dall’Università di Roma “La Sapienza”, nel settimo centenario della sua fondazione. Ci felicitiamo con lui e lo ringraziamo di tutto cuore, in particolare per il Magistero, la testimonianza e l’impegno personale che egli ha dedicato in questi mesi alla causa della pace.Nel recentissimo viaggio in Spagna il Papa ha pronunciato parole che toccano profondamente anche noi italiani, ricordandoci come un popolo di antica e grande tradizione cristiana non debba smarrire la propria identità nel rapido mutare dei tempi e delle situazioni, ma al contrario rinvigorirla e rilanciarla con fiducia in Dio e attraverso l’impegno della nuova evangelizzazione. Ancora una volta Giovanni Paolo II ha rivolto questo messaggio specialmente ai giovani e ha trovato grande e gioiosa risposta nei loro cuori.Nella Messa in Cena Domini del Giovedì Santo il Papa ha firmato l’Enciclica Ecclesia de Eucharistia con la quale ripropone e approfondisce, anche alla luce della sua personale esperienza spirituale, il Mistero, la dottrina e la pietà eucaristica. Al cuore dell’Enciclica sta l’affermazione che fondamento e scaturigine della Chiesa è l’intero Triduo pasquale, “ma questo è come raccolto, anticipato e ‘concentrato’ per sempre nel dono eucaristico” (n. 5): perciò “La Chiesa vive dell’Eucaristia” (n. 1). Alle dimensioni cristologico-trinitaria ed ecclesiologica si accompagna spontaneamente quella mariana: “Maria è presente, con la Chiesa e come Madre della Chiesa, in ciascuna delle nostre Celebrazioni eucaristiche” (n. 57).La riproposizione integrale della verità del “Mistero della fede”, per cui l’Eucaristia è “sacrificio in senso proprio” (n. 13), “ripresentazione sacramentale … del sacrificio di Cristo coronato dalla sua risurrezione” (n. 15), e inseparabilmente “vero banchetto, in cui Cristo si offre come nutrimento” (n. 16), ha una ben precisa caratterizzazione realistica, ripresa dalla Professione di fede di Paolo VI (30 giugno 1968): “Ogni spiegazione teologica… per essere in accordo con la fede cattolica deve mantenere fermo che nella realtà obiettiva, indipendentemente dal nostro spirito, il pane e il vino han cessato di esistere dopo la consacrazione, sicché da quel momento sono il corpo e il sangue adorabili del Signore Gesù ad essere realmente dinanzi a noi sotto le speci sacramentali del pane e del vino” (n. 15). Contestualmente è ribadita la necessità assoluta di un sacerdote validamente ordinato per presiedere la Celebrazione eucaristica, “in persona Christi”, cioè “nella specifica, sacramentale identificazione col sommo ed eterno Sacerdote, che è l’autore e il principale soggetto di questo suo proprio sacrificio, nel quale in verità non può essere sostituito da nessuno” (n. 29: cfr la Lettera apostolica Dominicae Cenae, n. 8).Su queste basi l’Enciclica sottolinea il grandissimo valore del culto reso all’Eucaristia anche fuori della Messa, che rimane sempre strettamente congiunto con la celebrazione del Sacrificio eucaristico (cfr n. 25), e propone con chiarezza le condizioni interiori ed esteriori per la Comunione eucaristica, richiamando inoltre la necessità e l’importanza del decoro della Celebrazione e della fedele osservanza delle norme liturgiche. Ciò anche al fine di contrastare ed eliminare gli abusi che contribuiscono ad oscurare l’autentica fede nell’Eucaristia ed hanno a che fare con una comprensione assai riduttiva di questo grande e vivificante Mistero.Per le nostre Chiese, e a titolo speciale per noi Vescovi e per i nostri sacerdoti, questa Enciclica rappresenta un autentico dono e un aiuto prezioso, affinché viviamo del Mistero che quotidianamente celebriamo e lo rendiamo a nostra volta presente con la nostra vita.
NOTAL´intero testo è contenuto nel file allegato