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Il rinnovamento della catechesi
Documento base per la redazione dei catechismi
Episcopato Italiano - Anno 1970


Ufficio Catechistico Nazionale

PRESENTAZIONE
E sembrato opportuno premettere a questo documento catechistico dell’Episcopato italiano brevi parole di presentazione. Ciò, per sottolinearne l’importanza “fondamentale” nel rinnovamento della Catechesi in Italia e per chiarirne, al tempo stesso, la natura e le finalità. Il testo, è vero, a chi lo prende in mano con animo sereno sì presenta da sé, nella lineare semplice architettura dei suoi contenuti e nel suo caldo affiato pastorale. Un chiarimento preliminare, tuttavia, potrà meglio precisarne scopi e limiti, favorendone una lettura più fruttuosa ed eliminando la possibilità di qualche errata valutazione. E infatti già capitato, durante la fase di consultazione e di compilazione, che la comprensibile impaziente attesa dei “nuovi catechismi” creasse alcune perplessità ed incertezze, proprio perché si chiedeva al “documento base” ciò che non poteva e non voleva dare. Di qui, non solo la opportunità ma la necessità, di una precisazione sulla vera natura del presente documento. Anzitutto, è doveroso rifarsi alla impostazione generale, secondo la quale è stato concepito e voluto il lavoro per il rinnovamento della catechesi in Italia. Questa impostazione prevede, sostanzialmente, due momenti collegati tra di loro: la elaborazione di un “documento base” e, in armonia con esso, la compilazione di veri e propri “catechismi”. Il testo, che presentiamo, chiude il primo momento ed apre il secondo. Non è e non vuole essere un catechismo; né, perciò, una completa ed organica somma delle verità, da cui trarre, quasi con criteri quantitativi, il contenuto dottrinale dei catechismi; né, infine, un “direttorio” nel senso pieno della parola, anche se ricco di orientamenti e indicazioni per una incisiva azione catechetica. Pur non essendo tutto questo, il documento è a tutto questo inseparabilmente legato, rappresentandone come la necessaria premessa, la base, la ispirazione. L’Episcopato italiano, cioè, ha ritenuto che il problema dei nuovi catechismi dovesse essere affrontato e risolto in una prospettiva più ampia: quella di un autentico rinnovamento di tutta la catechesi. Ecco perché, prima di compilare i nuovi catechismi in più viva aderenza al magistero del Concilio Vaticano II e alle esigenze odierne, s’è preoccupato di tracciare le grandi linee del “quadro” entro il quale collocare con i nuovi catechismi la rinnovata azione pastorale. Se volessimo cogliere, perciò, la caratteristica e la funzione propria di questo documento, diremmo che è una sintesi ordinata di principi teologico–pastorali, ispirati al Vaticano II e al magistero della Chiesa, autorevolmente proposti dall’Episcopato italiano all’intera comunità, per guidare e stimolare l’armonico sviluppo della catechesi, per verificarne esigenze ed orientamenti nell’attuale momento pastorale, per offrire chiare direttive alla compilazione ed all’accoglienza dei nuovi catechismi. Destinatari primi e più diretti del documento sono gli “operatori” della catechesi, i catechisti: sacerdoti, religiosi, chierici, laici, genitori, insegnanti, educatori, gruppi di apostolato; e, in modo particolare, i compilatori degli attesi catechismi. Ciascuno potrà accostarsi al testo con impegno di studio e riflessione personale, o durante corsi opportunamente preparati e qualificati, o mediante sussidi a carattere divulgativo, vivamente desiderati da parte di centri catechistici e di persone competenti. Inoltre, ci sembra importante rilevare come il documento trovi la sua destinazione e collocazione più vera nella chiesa locale. E qui, infatti, che in operante comunione con il Vescovo gli appositi uffici, sapientemente utilizzando e coordinando le energie spirituali disponibili, sono in grado di scoprire, sollecitare ed animare molteplici risorse apostoliche, a più valido servizio della parola di Dio. Non vorremmo, tuttavia, pensare a una “lettura” del documento, chiusa nell’ambito dei soli operatori della catechesi. Essi restano i destinatari principali, ma ogni battezzato consapevole dei suoi doveri è chiamato a diventare convinto araldo della parola di Dio, la quale compie la sua corsa ed è glorificata (cf. 2 Tess 3,1) non soltanto per il ministero dei Pastori e dei loro più diretti collaboratori, ma anche per l’impegno attivo e la testimonianza dei fedeli d’ogni condizione. Ci sembra lecito, perciò, esprimere la speranza che la cerchia dei lettori del documento abbia ad allargarsi, fino ad interessare e stimolare l’intera comunità ecclesiale d’Italia. Sempre nell’intento di rendere più agevole e fruttuosa la utilizzazione pastorale del documento, desideriamo metterne in luce due caratteristiche, che riteniamo peculiari. La prima è quella di un suo chiaro inserimento nella nostra tradizione catechistica, forse ancora scarsamente conosciuta ed apprezzata nella ricchezza delle proprie esperienze, acquisizioni pastorali e indicazioni metodologiche. La preoccupazione di questa fedeltà al passato è stata costante, nella convinzione che il rinnovamento nella continuità, se doveroso in ogni settore della pastorale, lo è particolarmente in quello della catechesi, soprattutto quando essa può usufruire di tradizioni altamente positive e, sovente, tuttora valide. La seconda nota riguarda l’ansia di una generosa e saggia apertura alle mutate esigenze spirituali, culturali, sociali del nostro popolo. Il documento ha cercato di essere sempre attento ai e segni del tempo ”, cogliendo le più vive ed autentiche aspirazioni pastorali del momento, incoraggiando le migliori iniziative, sollecitando opportuni esperimenti, guardando con simpatia ai molteplici fermenti della Chiesa in Italia, per inserirli nell’unica missione salvifica della Sposa di Cristo, in una operante comunione di fede e di carità. Il documento, pur con limiti inerenti ad Ogni intrapresa umana, ha vari titoli per essere considerato ed accolto come testo dotato di una propria autorevolezza. E stato costruito con la più ampia partecipazione della nostra comunità ecclesiale a vari livelli e, nel momento centrale del lavoro, con una consultazione a carattere nazionale. Sono stati curati anche opportuni contributi dei centri missionari ed ecumenici. L’autorità del documento emerge, in particolare, dal fatto che le sue tappe di elaborazione sono state seguite costantemente dalla Commissione Episcopale per la catechesi, che soprattutto il testo definitivo è stato approvato, quasi alla unanimità, dall’Episcopato italiano ed ha avuto il nulla osta da parte del dicastero competente della Sede Apostolica. Nell’affidare agli operatori della catechesi ed alla intera nostra comunità ecclesiale questo documento per il rinnovarsi autentico della catechesi, ci sia consentito esprimere il voto che esso venga letto, studiato e approfondito nella sua interezza e in una visione della situazione pastorale, non ristretta a quella o a questa condizione particolare, ma allargata a tutto il paese nei suoi problemi e nel quadro dei problemi della Chiesa universale e del mondo. Il documento non è fine a se stesso, non chiude la ricerca, ma la stimola e la guida perché sia viva, attenta, pronta, serena, docile alle urgenze del ministero della parola e alle indicazioni del magistero gerarchico. Noi siamo fermamente convinti che dai sentimenti di generosa adesione e di fervido impegno operativo, con cui sarà accolto il documento, trarrà nuovo impulso quel “senso della fede, che è suscitato e sorretto dallo Spirito di verità” (Lumen Gentium, 12) e che, malgrado lacune e difficoltà, è ancora cosi saldamente radicato nel nostro popolo cristiano. Questi voti e queste speranze affidiamo al Signore Gesù, invocando la Vergine Maria, Madre sua e Madre nostra. † CARLO COLOMBO Presidente della Commissione Episcopale per la dottrina della fede e la catechesi Roma, 2 febbraio 1970