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La riforma Bassanini

Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro

1. Una nuova legislazione per rimuovere vecchie disfunzioni.

Con l´approvazione delle Leggi n. 59 (15 Marzo 1997) e n. 127 (15 Maggio 1997) conosciute come "Leggi Bassanini" il Parlamento ha riformato profondamente la Pubblica Amministrazione (P.A.) in Italia.
La riforma Bassanini si propone due obiettivi fondamentali: a) correggere le più gravi disfunzioni della P.A. e b) dare attuazione ad alcuni principi costituzionali rimasti ancora inattuati o solo parzialmente attuati.
Negli ultimi decenni, anche per effetto della maturazione della coscienza civile dei cittadini e della crescita delle attività economiche, le disfunzioni della P.A. hanno assunto dimensioni inaccettabili. Le più evidenti possono essere identificate in tre aree:


1.1 - Il centralismo statale - Il sistema della P.A. nonostante la decentralizzazione prevista dalla nostra Costituzione repubblicana è rimasto fortemente centralizzato. I movimenti "federalisti" e "secessionisti" lungo gli anni 90 hanno denunziato ripetutamente l´insostenibilità della situazione.

1.2 - Il groviglio delle procedure burocratiche - Ai cittadini e/o alle imprese venivano richiesti adempimenti, dichiarazioni, sottoscrizioni, documentazioni, ecc., spesso eccessivi e anacronistici. Quando si aggiunga la duplicazione di funzioni, la confusione di competenze e la deresponsabilizzazione dei funzionari della P.A. il quadro risulta completo, e inaccettabile.

1.3 - Il gigantismo amministrativo - Con gli anni la P.A. aveva acquisito dimensioni elefantiache senza migliorare i servizi ai cittadini. Anzi il disservizio o l´incapacità di dare risposte adeguate alle domande contribuivano ad esasperare il cittadino, troppo spesso vessato o mal servito da una burocrazia caotica e inefficiente.


2. La base costituzionale e le direttive della riforma.

Il Parlamento ha trovato nella Costituzione i principi per la riforma della P.A. Nell´art. 5 si legge: "La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi e i metodi della sua legislazione alle esigenze dell´autonomia e del decentramento".

2.1 - Le direttive principali della riforma Bassanini:
Dando attuazione al dettato costituzionale la riforma Bassanini segue quattro direttive principali:
1) decentramento delle funzioni amministrative dallo Stato alle Regioni e agli enti locali;
2) riorganizzazione dell´amministrazione centrale dello Stato;
3) semplificazione del rapporto tra stato, enti locali e cittadini;
4) perfezionamento della contrattualizzazione del rapporto di pubblico impiego.


Non possiamo qui approfondire l´analisi dei punti elencati, ma non possiamo lasciare di sottolineare che viene adottato, per la prima volta, nella nostra legislazione il principio di sussidiarietà, da sempre proposto dalla dottrina sociale della Chiesa. Esso può essere espresso così: le funzioni amministrative sono assegnate agli enti pubblici secondo il criterio della maggiore vicinanza fisica ai cittadini. Solo quando l´ente pubblico più vicino non è attrezzato per rispondere alla domanda del cittadino interviene l´ente amministrativamente superiore. Così viene infranto il centralismo statale, mentre vengono rafforzate le funzioni dei Comuni, delle Province e delle Regioni.
Un secondo aspetto da mettere in rilievo è la semplificazione dei procedimenti. La legge comprende un primo elenco di 112 procedimenti da semplificare; con la semplificazione ci sarà meno burocrazia, meno tempo da perdere nelle file dinanzi agli sportelli e, si spera, più rapidità nella soluzione dei vari problemi.


2.2 - La contrattualizzazione del rapporto di pubblico impiego.
La nuova disciplina del rapporto di lavoro nel pubblico impiego costituisce un´altra importante novità, con ricadute non trascurabili sui funzionari e sull´efficienza della PA.
Il ruolo della contrattazione viene esteso e potenziato sia dal punto di vista delle relazioni sindacali (tutte le misure organizzative che influenzano i rapporti di lavoro sono assoggettate alla procedura di informazione ed esame) sia per quanto concerne la semplificazione. Vengono eliminati gli appesantimenti procedurali, mentre alla contrattazione collettiva - e non già alla legge o all´atto amministrativo - viene affidata la definizione dei rapporti tra le diverse forme di partecipazione e contrattazione.
La razionalizzazione delle competenze e delle strutture mira ad offrire un servizio più efficiente ai cittadini, ma contemporaneamente punta a stimolare e premiare, anche economicamente, le persone e le strutture che ottengono migliori risultati.


2.3 - Altri provvedimenti.
Vale la pena menzionare altri provvedimenti legislativi che a ragione si inseriscono nel solco del rinnovamento innestato dalla Bassanini l. La legge 127 del maggio 1997 ha dettato norme sulla semplificazione della documentazione amministrativa, in materia di stato civile e certificazione anagrafica, di dichiarazioni sostitutive, di funzionamento e di competenza dei consigli comunali, provinciali e regionali e infine disposizioni in materia di semplificazione dell´attività amministrativa e di snellimento dei procedimenti di decisione e controllo. Rilevante è la portata innovativa dell´art. 17 a proposito della Conferenza dei servizi con una serie di norme tese a impedire ostacoli e veti incrociati tra pubbliche amministrazioni. Infine si può ricordare la legge n. 50 (8 marzo 1999), che prevede un ampio intervento di delegificazione e la stesura di testi unici di norme concernenti i procedimenti amministrati.