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Mondo marittimo...terreno di frontiera


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 6/01


di Costantino Stefanetti"La nostra società si configura sempre più come multietnica e multireligiosa. Dobbiamo affrontare un capitolo sostanzialmente inedito del compito missionario: quello dellŽevangelizzazione di persone condotte tra noi dalle migrazioni in atto. Ci è chiesto in un certo senso di compiere la missione ad gentes qui nelle nostre terre. Seppure con molto rispetto e attenzione per le loro tradizioni e culture, dobbiamo essere capaci di testimoniare il Vangelo anche a loro e, se piace al Signore ed essi lo desiderano, annunciare loro la parola di Dio…".Così recita testualmente il recente documento dei vescovi italiani contenente gli orientamenti pastorali per il primo decennio del Duemila. Sono parole che ci confortano e poi stimolano perché accentuano la collocazione dellŽimpegno dellŽApostolato del Mare nel cuore della missione stessa della Chiesa; e non mancano di solleticare un certo giusto senso dŽorgoglio: lŽorgoglio di saperci pionieri o profeti in questo "capitolo inedito del compito missionario"; perché da quando è sorto, allŽinizio del secolo scorso, che lŽApostolato del Mare attua questa forma di missione verso i marittimi che approdano nei porti locali, con lo stesso spirito indicato dai nostri vescovi.Ma - e qui unŽombra di perplessità offusca le nostre considerazioni - da parte delle nostre comunità, pastori e fedeli, nellŽambito delle migrazioni in atto viene inclusa quella dei marittimi che ogni giorno transitano nel porto cittadino, ininterrotta e consistente quanto poco appariscente?E lŽimpegno che molte persone di buona volontà, sacerdoti e laici, nei centri Stella Maris o a bordo delle navi come parroci itineranti, dedicano alla loro cura pastorale, viene percepita nella sua realtà di segmento della "missione che viene a noi"?O tutto il discorso si esaurisce con lŽemergenza emigrazione di massa del momento, con buona pace della gente di mare e dellŽApostolato del Mare, relegati una volta ancora allŽemarginazione e alla dimenticanza?"Su questi terreni di frontiera" - e tale possiamo senzŽaltro ritenere il mondo marittimo - "va incoraggiata lŽopera di associazioni a movimenti che si spandono sul versante dellŽevangelizzazione" esorta lo stesso documento, che ribadisce: "Siamo chiamati a farci prossimi agli uomini e alle donne che vivono situazioni di frontiera… e a inventare nuove forme di solidarietà e di condivisione".UnŽoccasione più che propizia per fare il punto su queste considerazioni e dare loro concretezza è stata la Giornata Nazionale delle Migrazioni tenuta il 18 novembre in tutta Italia, allŽinsegna del motto: "DovŽè tuo fratello?". Motivo di speranza è il fatto che al di là di tante parole scritte e dette in questo stesso giorno è stata riaperta ai marittimi la rinnovata sede della Stella Maris nel porto di Trieste. Di questi segni concreti ha bisogno la gente del mare!Tra i fratelli di cui un giorno il Signore ci chiederà di rendere conto, più sorprendentemente proprio perché tanto ignorati quanto necessitanti, ci sono anche i cento, mille, centomila marittimi che transitano nei nostri porti dŽItalia.