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Pensare in grande e mobilitā umana


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 6/01


di Silvano RidolfiL´invito del Papa a puntare in alto, a pensare in grande nella fiducia a Cristo è un incoraggiamento a superare ogni sfiducia e stanchezza ed anche una spinta a forzare il passato verso traguardi luminosi e possibili, e forse non distanti.La Chiesa italiana ha accolto questo invito ripensando e riproponendo la missione con orientamenti pastorali per il primo decennio 2000, "Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia". E quanto e come il mondo cambi è divenuto tragicamente chiaro l´undici settembre con quel che gli è succeduto e sta tutt´ora accadendo.Le società, l´economia, la finanza, la politica e nemmeno le religioni sono più quelle di prima, o almeno come prima. Ma "Cristo, ieri, oggi e sempre" (Hb 18,3).In questo mondo che cambia per scossoni drammatici, come eruzioni di vulcano, la mobilità umana, come sempre, è vittima prima e diviene poi protagonista. Le tristi file di prigionieri, la gratuita e ricorrente violenza di vincenti sui deboli e vinti, le crescenti onde di profughi, la ricerca diffusa di senso di appartenenza, l´attivismo dei gruppi di interesse, i mischiamenti e conflitti etnici sono sotto gli occhi di tutti.Come passare il messaggio di giustizia e di pace, l´annuncio di fratellanza nell´unico Padre, la sicurezza della speranza cristiana con la speranza di una sicurezza umana?Giustamente gli "Orientamenti" hanno presente e confermano il quadro di riferimento nel territorio, la parrocchia particolarmente. Ma in questa cornice ben poco resta fisso. Per cui nella relativa fissità delle strutture c´è un sostanziale mutarsi dei rapporti. Ne consegue che la pastorale, arte dell´annuncio del futuro assoluto nel fluire del contingente, non può essere rigida, ma flessibile. Non tanto, o non soltanto, per alleviare danni come quando giustamente si interviene per aiutare o sostenere nella miseria od emarginazione, ma ben più, per dare nuovo significato alle mutate condizioni. Mobilità geografica e mobilità umana sono in se stesse fattori da "significare" cristianamente e con questo anche da purificare ed arricchire. Lo si nota anche nelle esperienze dei missionari di emigrazione e di immigrazione, ed in genere della mobilità, nonché col coniugare profezia e servizio, anzi persino nell´arido linguaggio delle cifre.E del resto, molti contributi in questo numero della rivista avviano una riflessione sugli orientamenti pastorali della Chiesa italiana nell´ottica e nelle esigenze della mobilità umana. Ed altri ne seguiranno. Perché la Fondazione Migrantes vuole contribuire a proporre alla crescita cristiana con la esperienza, la sofferenza e la ricchezza di una mobilità umana cristianamente intesa e vissuta.