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Migrantes: per una immigrazione regolare


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 3/01


-di Pietro SiguraniNel dibattito molto vivo sullŽimmigrazione e nella ricerca di soluzioni rispettose delle varie esigenze, si inserisce unŽiniziativa che va prendendo corpo, riscuotendo lŽapprezzamento, forse anche troppo entusiasta, delle varie autorità chiamate a gestire un problema così grande.La "Migrantes" diocesana di Roma e regionale del Lazio ha inaugurato, nel sud della Tunisia, una scuola per preparare i giovani locali che desiderano emigrare in Italia. Trattandosi di un paese musulmano, la "Migrantes" agisce tramite unŽassociazione laicale, "Amici del Sahara". La scuola ha due sezioni, una a Douz, alle porte del deserto, lŽaltra a Kebili, la città sede del Governatorato del Sahara. Ogni sezione prepara 60 alunni dai 19 ai 30 anni. Il cammino di preparazione dura sei mesi, per cui ogni anno passano nella scuola circa 240 alunni.Il programma prevede unŽarte formativa che comprende materie di base:Italiano -Legislazione Italiana ed Europea sul lavoro- Legislazione e norme sanitarie e di igiene - Cultura Italiana ed Ordinamento europeo.LŽéquipe di insegnanti è formata da volontari italiani e da professori tunisini. Tunisini sono anche il direttore ed il personale inserviente. Tutto il personale è regolarmente retribuito.Al termine del corso, per coloro che lo desiderano, si aprono due possibilità, o lŽinserimento nelle ditte italiane presenti in Tunisia o lŽemigrazione in Italia con regolare permesso di soggiorno e contratto di lavoro.LŽiniziativa è partita il 20 novembre 2000. "Migrantes" la porta avanti con il sostegno dellŽAmbasciata italiana a Tunisi, il comune di Roma, la regione Lazio e il Ministero degli Interni, ciascuno secondo le proprie competenze.Le autorità italiane e tunisine hanno definito il progetto: un modello di grande valore per tutta la Comunità Europea.I primi 120 giovani hanno sostenuto lŽesame finale gli ultimi giorni di aprile; lŽéquipe esaminatrice era presieduta da un commissario inviato dallŽAmbasciata dŽItalia a Tunisi.Entro il mese di maggio arriveranno in Italia tutti coloro che hanno superato lŽesame. Ad essi lŽAmbasciatore dott. Armando Sanguini, dŽintesa con il Ministero degli Esteri, procurerà i documenti necessari con il relativo permesso di soggiorno. LŽimpegno in prima persona, accompagnato da una illuminata competenza e da una squisita sensibilità del nostro Ambasciatore, è stato determinante per aprire questa nuova strada allŽimmigrazione regolare formata fin dai paesi di provenienza.I giovani saranno ospitati per sei mesi in un centro residenziale messo a disposizione dal Comune di Roma. Durante questo periodo avrà luogo la formazione professionale e lŽavviamento al lavoro.Lungo questo percorso innovativo non sono mancate le difficoltà.Inizialmente sembrava impossibile che le autorità tunisine accettassero che un prete con dei cristiani iniziasse una scuola per giovani musulmani. La nostra presenza da oltre dieci anni a Douz e Kebili ha fatto nascere in loro lentamente la fiducia necessaria. Hanno infatti ben compreso che non abbiamo mai fatto attività di proselitismo; ci siamo limitati a vivere da cristiani in un mondo totalmente islamico, cercando di comprendere e rispettare i grandi valori che questo mondo sahariano conserva.Questo nostro comportamento li ha spinti non solo a dare le autorizzazioni necessarie per il riconoscimento delle scuole, ma anche a concederci gratuitamente un bellŽedificio per lŽattività scolastica a Kebili.Alcune difficoltà le abbiamo avute da qualche membro delle nostre comunità religiose che da tempo vivono in questo mondo con non pochi sacrifici. La cosa sorprendente è che dalle paure espresse da questi cristiani ci hanno difeso le stesse autorità tunisine non prendendo in considerazione le loro riserve e paure.Fortunatamente non ci sono state difficoltà nel cercare i professori che con piena disponibilità sono partiti da Roma ed hanno coperto gratuitamente tutto il periodo dellŽinsegnamento. E stata questa una delle cose più sorprendenti.I ragazzi, specialmente i più poveri ed i meno scolarizzati, hanno dovuto superare momenti di sfiducia e di stanchezza. Non riuscivano a credere in se stessi e nella verità delle promesse fatte loro.Era impossibile pensare che degli europei e dei cristiani potessero fare qualcosa per loro senza chiedere nulla in cambio.Alle difficoltà economiche ha veramente pensato la provvidenza. Per costruire ed impiantare le scuole, la loro gestione, la retribuzione al personale arabo, sono accorsi non meno di 450 milioni.I ragazzi, esclusi i più poveri, hanno contribuito con 300 dinari, pari a circa 500 mila lire. Se non avessero pagato qualcosa, per la mentalità beduina, lŽiniziativa non avrebbe avuto alcun valore e sarebbe stata ritenuta un imbroglio. I 300 dinari, però, sono stati usati tutti per loro, i libri, i quaderni, le spese di locomozione dalle oasi più lontane, i documenti per lŽingresso in Italia, e il biglietto del viaggio dalla loro casa a Roma.La regione Lazio ha contribuito "una tantum" con 200 milioni, il rimanente è tutto della carità dellŽassociazione "Amici del Sahara", i quali hanno già provveduto a creare un fondo per i prossimi corsi.Ai primi sei mesi di permanenza nel centro residenziale provvede "in toto" il Comune di Roma.Non ci nascondiamo che lŽinserimento nella nostra cultura, modo di vivere e ambiente, presenterà non poche difficoltà. Per aiutarli in questo primo impatto, oltre che ad una équipe che lavora nel centro residenziale, saranno seguiti dai professori che li hanno preparati a Douz e Kebili; inoltre gli "Amici del Sahara" stanno provvedendo ad una rete di famiglie di riferimento, alle quali rivolgersi almeno per i primi mesi.Se tale progetto riuscirà, si ha in animo di ripeterlo negli altri paesi da dove proviene il maggior flusso di immigrati; dove la presenza delle chiese è libera tutto risulterà più facile.Ci auguriamo che tale iniziativa susciti una nuova forma di volontariato al quale tutti possono dedicare parte del loro tempo e la loro preparazione specifica.Chi desidera collaborare troverà ampia disponibilità nellŽessere accolto.Le riflessioni, le osservazioni ed i suggerimenti per aiutarci in questo cammino non facile, le riteniamo aiuto prezioso. Forse lŽiniziativa potrebbe diventare unŽattività che la stessa "Migrantes" porta avanti nelle varie regioni.Per eventuali informazioni sullŽiniziativa rivolgersi a:Amici del Saharac/o Parrocchia "Natività di Nostro Signore Gesù Cristo"Mons. Pietro Sigurani, parrocoVia Urbisaglia, 2 - 00183 RomaTel. 06/772.061.66 - Fax 06/704.507.65