» Chiesa Cattolica Italiana » Documenti »  Documentazione
Marittimi e aeroportuali


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 3/01


-Il Vangelo ci presenta Gesù che va incontro allŽuomo là dove questi vive e lavora.Possiamo dire che è su questa linea che si colloca la pastorale marittima e aeroportuale, con un impegno teso a portare il messaggio cristiano e a rendere presente la Chiesa nei porti, sulle navi, negli aeroporti, tra persone che - specialmente i marittimi, abitualmente dispersi sul mare - sono praticamente impedite ad usufruire del suo ministero ordinario.Questa specifica presenza pastorale nel mondo marittimo e aeroportuale si attua principalmente attraverso i centri "Stella Maris", i cappellani di bordo e le cappellanie dŽaeroporto.Sono così universalmente denominati - in omaggio alla Madonna - i centri di accoglienza per i marittimi, esistenti nei principali porti di tutto il mondo. AllŽinsegna del motto: "Una casa lontano da casa" questi centri si propongono di supplire nel limite del possibile a quanto più manca ai naviganti: la famiglia e la parrocchia, organizzando i servizi di cui essi possono maggiormente necessitare e che, soprattutto, li facciano sentire accolti: visite a bordo, servizio religioso, trasporto dalla nave al centro o in città, telefono, internet cafè, svago e compagnia in un ambiente sereno, tra persone amiche.Centri Stella Maris, più o meno attrezzati ma efficienti, sono operanti in Italia a Savona, La Spezia, Cagliari, Palermo, Augusta, Ravenna, Venezia. Nel corso dellŽanno si è registrato lŽatteso evento della riapertura a Genova, nel porto principale del Mediterraneo, della locale Stella Maris, la decana in Italia, inaugurata nel lontano 1932. In quasi tutte le altre pur importanti località portuali, purtroppo, non solo non esiste alcuna struttura di accoglienza ma neppure alcun impegno di assistenza pastorale per le decine, a volte centinaia di migliaia di marittimi che vi transitano annualmente.Sono i "parroci" di quelle cosmopolite comunità galleggianti che sono le moderne navi da crociera. Attendono alla cura pastorale dei croceristi e condividono per mesi la vita degli equipaggi, assistendoli spiritualmente e assolvendo nei loro confronti compiti di promozione umana e di responsabili del welfare: possono variare i primi da un migliaio a 3 mila e da 400 a un migliaio, a seconda della grandezza della nave, i componenti lŽequipaggio. Sono questi per la maggior parte giovani, alle prese con un lavoro duro, in condizioni di vita innaturali, relegati come sono in un ambiente ristretto, avulsi dal normale contesto della famiglia e della vita in terraferma, per i quali il sacerdote costituisce un indispensabile punto di riferimento - lŽunico - sul piano umano, e la sua presenza di condivisione e servizio sono una testimonianza cristiana fortemente incisiva.Attualmente sono 8 le navi che imbarcano il cappellano in modo continuativo, mentre per alcune altre navi viene richiesto in occasione delle principali festività o su richiesta di gruppi di croceristi.Purtroppo varie difficoltà, connesse con la diminuita sensibilità religiosa degli armatori, con la crisi di vocazioni sacerdotali, ma anche con la scarsa conoscenza e considerazione da parte della comunità ecclesiale delle esigenze e potenzialità pastorali del mondo marittimo, minacciano seriamente di estinzione questa significativa forma di presenza pastorale della Chiesa italiana tra la gente di mare, ricca ormai di una tradizione secolare.Sul fronte della pastorale marittima non va dimenticato lŽimpegno, sia pure su scala più ridotta, con specifiche iniziative, nellŽambito della pesca (Rimini, S. Benedetto del Tronto), delle scuole nautiche e delle famiglie dei marittimi.Sono state costituite nei principali scali aeroportuali italiani (Milano Malpensa, Roma Fiumicino, Milano Linate) ma anche in alcuni aeroporti minori come Torino, Genova, Orio al Serio (BG), finalizzate allŽassistenza spirituale dei lavoratori aeroportuali ed anche dei passeggeri, specialmente nei grandi aeroporti con connessioni internazionali, dove questi a volte sostano a lungo.Alcune cappellanie sono corredate di cappella e relative strutture di servizio, come a Roma Fiumicino dove il rilevante ruolo della cappella è stato sanzionato dal Vescovo diocesano (Porto- S. Rufina) con la designazione della stessa a chiesa giubilare. Le evidenti lacune nellŽelencazione fatta, rispetto agli oltre 30 aeroporti di un certo rilievo esistenti in Italia, stanno a dimostrare quanto resti ancora da fare per una diffusa, coordinata pastorale aeroportuale.Sulla scorta delle direttive del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti e della Commissione Episcopale per le Migrazioni delle CEI, i programmi di massima dellŽattività pastorale nellŽambito marittimo e aeroportuale vengono elaborati annualmente nelle riunioni del Consiglio Pastorale Nazionale di questo Ufficio, in sintonia con le indicazioni delle organizzazioni internazionali e interconfessionali di riferimento. Un ambito per sua natura internazionale e interreligioso, come quello marittimo/aeroportuale, non può prescindere da questa dimensione.Le Organizzazioni in questione sono, a livello internazionale, la Conferenza Europea dellŽApostolato del Mare e il Coordinamento Europeo delle Cappellanie dŽaeroporto e, a livello interconfessionale, lŽAssociazione Internazionale Marittimi Cristiani (ICMA) e lŽAssociazione Internazionale Cappellanie dellŽAviazione Civile (IACAC). Rappresentanze italiane hanno partecipato agli incontri promossi da tali Organizzazioni nel corso dellŽanno: lŽIncontro Europeo dei Direttori Nazionali dellŽApostolato del Mare a Marsiglia e il Congresso Mondiale IACAC a Johannesburg.LŽambito marittimo-aeroportuale presenta peculiarità e complessità che esigono particolare preparazione per affrontarlo. Per questo lŽUfficio Migrantes per la pastorale del settore ha tra le sue prime preoccupazioni quella della formazione degli operatori pastorali, attraverso seminari e incontri di aggiornamento. In particolare è stato avviato, con esito soddisfacente, un corso di formazione che si svilupperà in un ciclo di alcuni anni.Il collegamento con gli operatori pastorali del settore marittimo e con i marittimi stessi è tenuto attraverso il periodico "Stella Maris". Al passo con i tempi, da due anni lŽApostolato del Mare ha un proprio sito Internet hyperlink http://www.stellamaris.net. I principali centri "Stella Maris" hanno un recapito di posta elettronica, mentre le Stella Maris di Savona, Genova, Augusta, Venezia sono attrezzate per fornire ai marittimi in transito il servizio Internet, assai gradito e utilizzato.Di un sito internet e recapito di posta elettronica sono dotate anche le cappellanie degli aeroporti di Roma Fiumicino, Genova, Milano Linate.Questo ufficio ha inoltre cercato di promuovere conoscenza e attenzione al mondo marittimo con una serie di interventi alla radio della CEI, Blu Sat 2000, interessando e cercando di coinvolgere i mass media su alcuni problemi pastorali e sociali di maggior spicco del settore, con il risultato di qualche buon servizio giornalistico e televisivo, che speriamo non sia caduto nel nulla.Il Giubileo è stato, nel corso del 2000, il fulcro di tutta lŽattività pastorale nel settore marittimo-aeroportuale, con un duplice impegno: di conversione personale e di liberazione del mondo marittimo dalle "strutture di peccato" che lo opprimono. A questo riguardo non si è persa occasione per denunciare, al fine di ottenere consensi e sostegno per la loro soluzione, i problemi più impellenti, quali quello dei clandestini a bordo, che significa per gli stessi condanna alla reclusione sulla nave e per lŽequipaggio lŽonere supplementare di custodirli fino a che non potranno essere ricondotti al porto dŽimbarco; o quello dei marittimi delle navi sequestrate in porto per insolvenze dellŽarmatore, costretti, per salvaguardare i propri diritti, a estenuanti permanenze a bordo, abbandonati a se stessi, senza soldi e senza rifornimenti, fino a che non si conclude il contenzioso in corso; o quello della totale carenza, in molti casi, di previdenze sociali, o delle forzate, disumane separazioni familiari dovute a imbarchi prolungati oltre ogni ragionevole limite. Purtroppo neppure il Giubileo è servito a dare adeguata visibilità al mondo marittimo e tangibile apporto alla soluzione di questi suoi problemi.CŽè stato - come ricordato - qualche servizio giornalistico e televisivo in merito, un paio di interpellanze parlamentari: gocce significative ma che neppure hanno scalfito la pietra dellŽindifferenza e dellŽemarginazione nei confronti della gente di mare.Comunque, nei numerosi casi di navi sequestrate, che hanno interessato si può dire ogni porto della Penisola, i locali centri "Stella Maris" si sono prodigati tutti encomiabilmente nellŽassistenza ai marittimi e nella promozione di solidarietà.Sul versante religioso del Giubileo è da ricordare la massiccia partecipazione - la più consistente del settore marittimo - aeroportuale - al Giubileo dei Migranti a Roma, lŽ1 e 2 giugno, e le numerose celebrazioni giubilari locali, da Rimini a Sorrento, Pozzallo…"Prendete il largo… e … gettate le reti!" ci sollecita ora il S. Padre, lasciando alle spalle il 2000 per affrontare il nuovo millennio. Raccogliendo la sua esortazione che suona particolarmente familiare alla gente di mare, lŽApostolato del Mare, cappellani e operatori della pastorale aeroportuale riprendono il cammino con fiducia: fiducia che le espressioni marinare stesse del S. Padre facilitino il richiamo alla realtà del mare e aiutino la comunità ecclesiale a configurarsi navi, porti e aeroporti non solo come spazi collegati a immagini di vacanza o al più, a momenti celebrativi o folclorici ("battesimo" di navi, processioni sul mare,…), ma anche come ambiti di missione, moderni crocevia attraverso i quali far passare la nuova evangelizzazione.