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Chiesa locale e missionari per le migrazioni


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 2/01


Di Silvano RidolfiIl Concilio Vaticano II nel suo impianto generale e fondamentale - partendo ossia dal Popolo di Dio per salire poi alla sua guida nel servizio gerarchico - e nella articolazione della Chiesa - partendo dalle chiese locali, "nelle quali e dalle quali è costituita l“unica Chiesa di Dio" (LG 24) per arrivare alla struttura sinodale della Chiesa - ha sottolineato e sviluppato il principio di comunione che permea e feconda la Chiesa stessa.Privilegiare quindi una "pastorale di comunione" è una conseguenza logica e connaturale che richiede ed induce nuovi modelli di rapporti sia nella vita parrocchiale sia nelle collaborazioni tra parrocchie e con gli organismi, associazioni, movimenti o gruppi ecclesiali.Ma non sempre si può dare per scontato nella prassi quello che è logico nei concetti e nemmeno per operativo quello che sarebbe naturale ed ovvio. Perché la tendenza a ripiegarsi su se stessi - vuoi per mantenere la propria identità, vuoi per sostenere la propria affermazione - è sempre presente a svantaggio delle aperture e del dialogo. Non sono pochi i raggruppamenti che ancora oggi si comportano in questo modo, convinti anche con questo di servire meglio la causa del Vangelo.I riferimenti necessari ed oggettivi per una pastorale di comunione restano per tutti ed ovunque il vescovo, sacramento di unità e di santità nella Chiesa locale, e l“uomo vivente, "per la cui salvezza" Cristo è nato, morto e risorto.Ne consegue facilmente che il metodo principe, se non inevitabile, per una efficace pastorale di comunione è quello della incarnazione, che è quanto operato da Cristo stesso. Gesù ha assunto tutto della natura umana, fuorché il peccato. Il pastore solerte ed amoroso deve assumere tutto degli uomini che gli sono affidati, fuorché i peccati e le strutture di peccato, per un“incarnata evangelizzazione.Ma questo allora comporta innanzitutto un adeguamento di stile e di atteggiamento da parte dell“operatore pastorale perché nulla lo discosti od allontani dalla sua gente. Non sarebbe difficile - ma potrebbe risultare in alcuni casi urtante ed in altri invece ingiusto - scendere nei particolari o nelle concrete conclusioni. Quel che soprattutto importa è una mentalità la quale poi vigila ed urge sui comportamenti. Perché "là dov“è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore" (Mt 6,21).Una lettura attenta alle riflessioni ed esperienze proposte in questo numero della rivista conferma le considerazioni qui sopra proposte.Ed in questo momento di transizione culturale, quando la tecnica rischia di appiattire tutto nel progresso materialistico, è importante inserirsi negli snodi vitali che rendono umana e significativa la vita ed animare le strutture che possono creare nuovi generali comportamenti di vita: la famiglia, il lavoro, l“Europa, la cultura (e in concreto scrittori, registi , artisti, giornalisti)."La fede senza le opere è morta" (Gc 2,26) lo sappiamo. Portare la fede nelle opere dell“uomo vuol dire dare speranza in un mondo offrendo orizzonti talmente entusiasmanti che vale la pena impegnarsi per la vita.