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Duc in altum! Prendere il largo


Fondazione Migrantes - Servizio Migranti 1/01


di Silvano RidolfiE impossibile inoltrarsi con riflessioni e progettazione nel Terzo Millennio senza accogliere lŽinvito, che sa di sfida, di Giovanni Paolo II di "prendere il largo" (cfr. Lc 5, Enciclica "Novo Millennio inuente", Epifania 2001) sotto la spinta del Grande Giubileo del 2000 appena chiuso.Non ci si può del resto appiattire nellŽeffimero né bloccarsi in spesso sterili denunce, ma si deve passare ad una proposta, non tanto preoccupata della conservazione (è stato detto più volte e da più parti, ma con quale efficacia?) quanto rivolta ad un nuovo impatto con la modernità. Di fronte al molto vuoto massmediatico, che è un lacrimevole addormentamento culturale allŽinsegna del divertimentificio, ed al nichilismo di un soggettivismo esasperato e ad una scienza sempre più tecnica e potente, ma sbrigliata da ogni e qualsiasi regola morale - tutte spinte che portano congiuntamente al suicidio di paradisi effimeri e devastanti e mortificano le profonde esigenze umane, anche ecologiche - la Parola di Dio e la testimonianza dei cristiani devono dare risposte sulla "speranza che non delude" (Rm 5,5) e sullŽ "amore che edifica" (1C 8,2).LŽantica e ricorrente tentazione di essere come Dio (cfr. Gn 3,5; 11,4) sia nella forma della negazione (ateismo filosofico) sia in quella della indifferenza (già Lucrezio scriveva di non avere difficoltà a dire che un Dio ci fosse, ma che poi si interessasse delle cose umane, questo era assurdo) va condivisa e, se si vuole, anche favorita nella umiltà e dignità creaturale (cfr Gn 1,26-27; 5,1; 2,7: immagine-soffio) e nella nostra incipiente gloria divina (battesimo, cfr. 1Gv 3,1-2).Per rendere credibile ed operativo questo processo di "novità di vita", donato ed esperimentato, occorre da una parte battersi per la eliminazione di ogni e qualsiasi barriera (dalla ignoranza alla oppressione; dalle divisioni agli sfruttamenti...) e dallŽaltra mettere in atto e favorire quanto costruisce la "civiltà dellŽamore" (Paolo VI) cioè solidarietà e condivisione.La mobilità umana offre molte occasioni ed ampie possibilità per agire su ambo i fronti, essendo le migrazioni (e in particolare la profuganza) ancora largamente contrassegnate dalla coazione e dalla violenza, per poi offrire paradossalmente opportunità di mettere a contatto esistenziale persone e culture diverse nello scambio quotidiano di valori che obbligano a mettersi in discussione e ad aprirsi verso gli orizzonti della famiglia della umanità, ricca delle sue diversità ed unita nella centralità della persona umana con i suoi fondamentali ed inalienabili diritti, ivi compresa la sua dimensione collettiva o sociale, dalla famiglia alla nazione. Chi opera nel settore (sacerdoti, educatori...) ha una particolare opportunità in questo momento di transizione culturale di formare alla base una nuova coscienza e motivazioni per agire. Chi è chiamato a formare cultura (giornalisti, registi, studiosi...) è stimolato a saper leggere nel profondo e a dare una lettura conforme e comprensibile della vita nellŽorizzonte di una crescita comune e diffusa.Questo numero della rivista si muove appunto nellŽottica ad andare in profondità, condizione per poter "puntare in alto".