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 Home page - Un libro al mese - MEGLIO LE CHIESE STORICHE? 

Meglio le chiese storiche?
 

Intervista a Oliviero Toscani*
a proposito del libro “La Chiesa e le sue chiese. Teologia e architettura
di Severino Dianich (2009)
 
*Oliviero Toscani, autore che usa la fotografia come mezzo di espressione, opera per i più noti giornali e marchi del mondo ed è creatore di immagini corporate e campagne pubblicitarie per importanti aziende internazionali. Come fotografo di moda ha collaborato con le più importanti riviste che si occupano di questo tema. Nel 1990 ha fondato il giornale Colors. Nel 1993 ha fondato Fabrica, centro internazionale per le arti e la ricerca della comunicazione, la cui sede è stata progettata dall'architetto giapponese Tadao Ando. Fabrica ha prodotto progetti editoriali, libri, programmi televisivi, mostre ed esposizioni per: ONU, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, la RepubblicaArte, Mtv, Rai, Mediaset e film che hanno vinto tre premi della giuria al Festival di Cannes e al Festival del Cinema di Venezia.
 

Gli argomenti trattati nella rubrica “Un libro al mese” sono ridiscussi in interviste con diversi esperti. Ne nasce un colloquio volto ad approfondire gli argomenti esposti nei volumi. Le opinioni presentate sono qualificate ma personali, non necessariamente condivise da chi promuove la rubrica.
Nel corso della storia sono state erette tante chiese, in ogni epoca, e quelle oggi restanti sono di grande valore, pur se semplicissime nella forma. Sono luoghi in cui evidente è il senso della sacralità: perché dunque non recuperarle? Oggi sono rari i casi in cui la Chiesa riesce a manifestarsi nell'architettura contemporanea: è importante che la Chiesa non insegua le mode, ma si tenga ferma nella sua missione, e lo manifesti nelle sue chiese.
12/07/2016
 
Le trovo sostanzialmente inutili, a volte pretenziose con i campanili che sembrano rampe lanciamissili, prive di senso: brutte. Anche importanti progettisti come Michelucci quando si sono addentrati nel tema della chiesa hanno prodotto opere che mi sembrano di scarsa qualità. Penso alla chiesa sull'Autostrada, la cui forma è piena di complicazioni inutili, disarticolata, pretenziosa... Vuol sembrare una tenda? Ma la chiesa non è una tenda, è un luogo serio, importante cui si chiede che trasmetta il senso del sacro, dove si cerca un momento di pace. Mi chiedo perché la Chiesa continui a costruire chiese nuove, quando ha tante stupende chiese storiche ricche di significato, capaci di trasmettere il senso del mistero e di accogliere con calore le persone. Dal Romanico al Gotico al Barocco, in tutti i tempi e in tutti gli stili si trovano chiese di grandissima rilevanza che sono le espressioni più vere e pure e importanti di quelle modalità progettuali. E oggi le chiese sono vuote, e si è continuato a costruirne: non ne comprendo il senso. Mi sembra che sarebbe molto meglio recuperare le chiese storiche, spesso lasciate in abbandono, restaurale e rivitalizzarle, anziché farne di nuove...





 
12/07/2016

Non è solo questione di denaro, e comunque anche le opere brutte costano parecchio. È questione di cultura e di attenzione. E poi non sono necessarie opere grandiose: vi sono tante chiesette di grande semplicità la cui presenza è importante. Chiesette che sanno trasmettere un senso di pace, di mistero, e di profondità. E ci sono tante chiese nuove che vedo sempre vuote: sono investimenti andati a vuoto. E non comunicano nulla alle persone.












 
12/07/2016

Certo ci sono alcune eccezioni: penso alla cappella di Ronchamp progettata da Le Corbusier. O a diverse chiese progettate da Mario Botta che, riferendosi alle forme geometriche essenziali, riesce a dare il senso della religiosità nella semplicità. Ma Mario Botta è un architetto credente e questo è importante: la fede si riflette nel modo di progettare. Lo dico da ateo: dalla chiesa ci si aspetta che trasmetta un senso di trascendenza...
 





 
12/07/2016

Essere ateo non vuol dire non porsi domande sul senso del vivere e del morire. Al contrario: è una condizione scomoda, aspra, difficile perché non si hanno risposte, ma solo domande. E domande che emergono tutti i giorni. Sì le chiese storiche, siano piccole cappelle di campagna o grandi architetture come il Duomo di Milano, danno un senso di conforto: comunicano qualcosa di importante. Una presenza solida nel tumultuoso affanno del tempo che scorre. Ma quando la Chiesa si adagia sui tempi correnti, sbaglia: non deve cambiare, non deve adeguarsi alle mode.
Ognuno deve fare la propria parte: ce lo vede il papa coi blue jeans? Il papa deve fare il papa. Non può piegarsi alle mode, è un riferimento cui tutti devono poter guardare per quel che rappresenta nel mondo. I preti dovrebbero fare lo stesso. Essere coerenti con la loro missione. Ma forse oggi c'è un problema culturale.



 
12/07/2016

Le grandi architetture nella storia sono in gran parte legate alla Chiesa, pur nel cambiare degli stili. Ma nelle opere del Bernini e del Borromini si trova tanto contenuto di fede e di cultura quanto nelle chiese medievali, pur nelle diversità stilistica. Il problema è relativo al contenuto religioso dell'architettura, non alla modalità espressiva. La bellezza non appartiene a un singolo stile...

 
 
 
12/07/2016

È la capacità di far sì che le persone si sentano bene, a loro agio. Ci vuole il ritmo giusto, le proporzioni giuste: la musica è tutto questo. E si vede se una chiesa è concepita con un contenuto e un messaggio religioso, che è quello suo appropriato, o se non lo è. Nelle chiese storiche si sente che c'è rispetto per le persone e per il trascendente.
È qualcosa che, tranne qualche eccezione, non trovo nelle chiese dei nostri giorni. Ancora, meglio recuperare quelle storiche, che recano la fede impressa nei loro muri. Piuttosto che ricorrere a opere sciatte, che sembrano frutto di ignoranza.
 

 
 
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