Il Presepio e l'albero di Natale   versione testuale

La religiosità popolare ha trovato nel mistero del Natale un eccezionale luogo di fertilità e produzione. In particolare le decorazioni, i canti e le preghiere arricchiscono sia gli spazi sia i gesti domestici e comunitari, persino civili e del consumo. La comunità cristiana ha il dovere di restare protagonista anche di questi linguaggi per evitare che essi siano adulterati da operazioni commerciali o altre vacue proposte (cf. Direttorio su pietà popolare e liturgia, n. 105). Al contrario, una loro sapiente valutazione apre ad interessanti strade di nuova evangelizzazione, non solo con i bambini.

Così si esprime il medesimo documento, in merito dal Presepio:
104. Come è noto, oltre alle rappresentazioni del presepio betlemita, esistenti fin dall’antichità nelle chiese, a partire dal secolo XIII si è diffusa la consuetudine, influenzata senza dubbio dal presepe allestito a Greccio da san Francesco d’Assisi nel 1223, di costruire piccoli presepi nelle abitazioni domestiche. La loro preparazione (in cui saranno coinvolti particolarmente i bambini) diviene occasione perché i vari membri della famiglia si pongano in contatto con il mistero del Natale, e si raccolgano talora per un momento di preghiera o di lettura delle pagine bibliche riguardanti la nascita di Gesù.

Ed ancora più avanti:
109. Nello spazio di tempo che va dai I Vespri del Natale alla celebrazione eucaristica della mezzanotte, insieme alla tradizione dei canti natalizi, che sono tra i più potenti veicoli del messaggio di gioia e di pace del Natale, la pietà popolare propone alcune sue espressioni di preghiera, diverse da paese a paese, che è opportuno valorizzare e, se è il caso, armonizzare con le celebrazioni stesse della Liturgia. Tali sono ad esempio:
- lo svolgersi di "presepi viventi" e l’inaugurazione del presepio domestico, che può dare luogo a un momento di preghiera di tutta la famiglia: preghiera che comprenda la lettura del racconto lucano della nascita di Gesù, in cui risuonino i canti tipici del Natale e si levi la supplica e la lode, soprattutto dei bambini, protagonisti di questo incontro familiare;
 
al n. 101 si indica la virtuosa abitudine di terminare la liturgia della Notte con un atto di devozione al presepio in chiesa o vicino ad essa:
- al termine della celebrazione potrà aver luogo il bacio dei fedeli all’immagine del Bambino Gesù e la collocazione di essa nel presepio allestito in chiesa o nelle adiacenze.
 
Si pensi dunque in quale momento costruire il presepio, inaugurarlo, invitare a compiere atti di semplice devozione presso di esso nell’aula liturgica e a casa, o prender parte a sacre rappresentazioni in tema. Si presti tuttavia attenzione alla buona armonizzazione con i tempi e gli spazi della liturgia ufficiale della Chiesa (Eucaristia, Liturgia delle Ore).
Per gli spazi, si fa presente che l’uso tradizionale di preparare un Presepe nell’aula della chiesa non dovrebbe sovrapporsi ma accordarsi con il significato dei vari spazi liturgici. Si cerchi per esso, ad esempio, un luogo visibile ma non centrale – certamente non sotto l’altare eucaristico.
Discorso analogo può esser fatto per l’analogo uso di sistemare in chiesa l’albero di Natale, anch’esso strumento di linguaggi verbali e non verbali estremamente suggestivi: Così continua il Direttorio:
- l’inaugurazione dell’albero di Natale. Essa si presta pure a istituire un momento simile di preghiera familiare. Infatti, a prescindere dalle sue origini storiche, l’albero di Natale è oggi un simbolo fortemente evocativo, assai diffuso negli ambienti cristiani; evoca sia l’albero della vita piantato al centro dell’Eden (cf. Gn 2, 9), sia l’albero della croce, ed assume quindi un significato cristologico: Cristo è il vero albero della vita, nato dalla nostra stirpe, dalla vergine terra santa Maria, albero sempre verde, fecondo di frutti. L'ornamentazione cristiana dell'albero, secondo gli evangelizzatori dei paesi nordici, consiste in mele e ostie sospese ai rami. Si possono aggiungere dei "doni"; tuttavia, tra i doni posti sotto l’albero di Natale non dovrà mancare il dono per i poveri: essi fanno parte di ogni famiglia cristiana (n.109)