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Storia   versione testuale
 “Il Consiglio Episcopale Permanente, contestualmente all’approvazione, nella sessione del 23-26 gennaio 2012, del nuovo statuto della Fondazione Migrantes, ha stabilito di scorporare dalla Fondazione le competenze precedentemente attribuite al suo interno all’Ufficio per la pastorale degli addetti alla navigazione marittima e aerea. Di tali ambiti, il secondo, riconducibile essenzialmente al coordinamento dei cappellani aeroportuali, è stato affidato all’Ufficio Nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport; quanto alla pastorale dei marittimi, il Consiglio Episcopale Permanente, nella sessione del 26-29 marzo 2012, ha costituito all’interno della Segreteria Generale della CEI il nuovo Ufficio Nazionale per l’apostolato del mare, di cui ha approvato il regolamento, attribuendo ad esso le competenze previste dal motu proprio di Giovanni Paolo II Stella maris (31 gennaio 1997)[1].
 
“La costituzione di un Ufficio specifico nella Segreteria generale della CEI rappresenta un salto di qualità dell’impegno ecclesiale a favore della gente di mare nel nostro Paese. L’Ufficio nasce in esecuzione delle indicazioni contenute nel Motu proprio Stella Maris (31 gennaio 1997) di Giovanni Paolo II. Soprattutto, esso risponde a un’attesa pastorale della gente di mare e di tutte quelle persone che in un modo o in un altro frequentano o attraversano i numerosi porti di un territorio così ricco di coste come il nostro. Era dunque necessario confermare e rivolgere un’attenzione specifica a una condizione di vita così diffusa e peculiare”[2].
 
In diverse occasioni già il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti ha avvertito la necessità di un ripensamento della missione verso la gente di mare: “Il futuro della pastorale marittima non può più essere opera di singoli, sacerdoti o laici, ma deve sfociare in una responsabilizzazione di tutto il popolo di Dio...Le Conferenze Episcopali, i Vescovi Promotori e i Direttori Nazionali hanno la responsabilità di “favorire l’Opera del Apostolato Marittimo”... affinché le comunità cristiane si rendano conto di questa presenza bisognosa di amicizia e accoglienza. La pastorale dei marittimi, dei pescatori e delle loro famiglie dovrà insomma diventare sempre più parte integrante della responsabilità pastorale parrocchiale”[3].
 
Un futuro che in Italia è già iniziato.
 

[1]/documenti/2012/07/00015871_regolamento_dell_ufficio_nazionale_per_l_.html
[2] Assemblea della Federazione Nazionale Stella Maris, saluto di S. Ecc. Mons. Mariano Crociata, Segretario Generale della CEI, 23 giugno 2012
[3]Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, Messaggio in occasione del 90° anniversario di fondazione dell’Apostolato del Mare, 4 ottobre 2010.Cfr. PONTIFICAL COUNCIL FOR THE PASTORAL CARE OF MIGRANTS AND ITINERANT PEOPLE, MANUAL FOR CHAPLAINS AND PASTORAL AGENTS OF THE APOSTLESHIP OF THE SEA, in People on the Move N° 106 (Suppl.-II), April2008http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/migrants/pom2008_106-suppl-ll/rc_pc_migrants_pom106-suppl-II_manual-aos-en.html